Vai al contenuto

AI LAGHI DI PIETRAROSSA IN VAL CANE’ (SEGNAVIA N° 65)

Una delle più frequentate valli lombarde del Parco dello Stelvio, la Val di Canè, è particolarmente apprezzata
per le sue ricchezze naturalistiche e architettoniche, oltre al dolce paesaggio e alla relativa facilità con cui si
avvista la fauna alpina. Un’ulteriore motivo d’interesse sono i suoi nascosti minuscoli laghetti, a cominciare da
quelli di Pietrarossa di scarsa profondità, ma paesaggisticamente pregevoli. Nonostante le loro elevate quote
sono tuttavia battuti da quelli sovrastanti, nascosti ai piedi della Piramide di Somalbosco a ben 3000 metri
d’altezza e addirittura più in alto, da quelli recentissimi creati dal ritiro del ghiacciaio di Monticello. Canè, che
dà il nome alla vallata, è un antico paesino posto su un soleggiato terrazzo a 1500 metri di quota. Partendo da
questo - ove si giunge con la strada che sale dal fondovalle - conviene parcheggiare nell'area predisposta poco
dopo il paese. A Cortebona sorge un piccolo centro d’informazioni del Parco Nazionale, un’area da pic-nic, un
agriturismo e una vecchia “calchera” ben ristrutturata.

Segnaletica: segnavia Cai bianco e rosso n° 65.
Difficoltà: escursionistico, un poco faticoso il tratto finale.
Dislivello: 1063 m.
Periodo consigliato: giugno ‑ ottobre.
Tempi: ore 3,15/3,45.
Parcheggio: nell’area predisposta all'imbocco della valle, vicino al ponte sul torrente, dopo Canè.
Dal parcheggio - nell'area predisposta nei pressi del torrente, poco dopo il paese a 1520 m - si prosegue con la
stradina (segnavia Cai n° 65) e superato un lariceto si sbuca tra gli incantevoli prati di Stodegarda, con bel
panorama sul gruppo dell'Adamello. Dopo una decisa curva a sinistra, si rientra nella valle in direzione nord e
s'attraversano grandi prati con copiose fioriture, ad inizio estate. In un suggestivo paesaggio alpestre, si entra nel
Parco Nazionale dello Stelvio. Continuando sul fondovalle, con bella vista delle cime del Bles, Mattaciul,
Coleazzo e delle loro candide bancate di marmo, si perviene a Cortebona (1766 m – centro d’informazioni) non
lontano da un rifugetto agrituristico. Sempre in moderata salita, si giunge in pochi minuti alla palazzina del
Parco (1800 m ‑ ore 1 circa). Passato un ponticello ci si porta sull'altro versante della valle, ove il lariceto si fa
più rado. Lasciata quindi sulla sinistra la mulattiera che sale alla cava di marmo abbandonata, si continua tra i
cespugli di rododendro sino ai pascoli della testata della valle, a circa 2000 metri di quota. Sulle pendici
circostanti risiedono abitualmente branchi di camosci e stambecchi, mentre non lontano nidificano l'aquila reale
e il gracchio alpino. Dalla testata della valle s'attraversa verso destra il torrente su un ponticello, portandosi sul
versante sinistro (orografico). Ci s'innalza ora piuttosto ripidamente, sempre seguendo il segnavia 65, tra
cespugli di rododendro e ontano, sino al piccolo ma attrezzato bivacco del Parco di Valzaroten (2208 m ‑ ore
2.30/2,45 da Cané). I pascoli e le rupi circostanti sono abitati dalle marmotte e da branchi di stambecchi e
camosci (ad inizio estate). Sempre con sentiero segnalato si continuano a risalire i pascoli, ora in direzione
nord‑ ovest. Superato un ruscello, il percorso si fa più scosceso e con alcuni tornanti si raggiunge un
panoramico dosso roccioso. Superatolo, con una breve discesa si perviene ai due piccoli e quasi interrati laghetti
di Val Canè o di Pietrarossa (2583 m ‑ ore 3.15/3.45) che assieme alle verdi vallette nivali e a diverse specie
della splendida flora pioniera ravvivano la conca sassosa. Spettacolare panorama sul massiccio adamellino. Chi
volesse visitare anche i nuovi laghi sulla cima Monticello deve prevedere ancora un’ora abbondante su
impegnativo sentiero segnalato di alta quota, verso destra (nord-est). Testo tratto da: Escursioni in Alta Valle Camonica di Diego Comensoli.