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DA VILLA DALEGNO AL LINGE (SEGNAVIA CAI N° 64)

Questo recente itinerario percorre i selvaggi e poco esplorati versanti occidentali della Valle di Pezzo e della Valle delle Messi, in gran parte entro il Parco Nazionale dello Stelvio. Il percorso è piuttosto lungo e con qualche tratto un poco impegnativo ma ricco di soddisfazioni paesaggistiche e naturalistiche passando, tra l’altro, nei territori preferiti dai cervi e dai camosci. Il lungo itinerario Cai n° 64, prende il via da Villa
Dalegno, ma volendolo accorciare si può partire anche da Santa Apollonia, salendo a Somalbosco col segnavia 54, in circa 50 minuti.

Segnaletica: segnavia Cai bianco e rosso n° 64.
Difficoltà: escursionistico, ma piuttosto impegnativo e lungo, qualche tratto esposto.
Dislivello: circa 900 m, senza i saliscendi intermedi.
Periodo consigliato: fine giugno ‑ inizio ottobre.
Tempi: ore 6/7.
Parcheggio: a Villa Dalegno alta, presso la cappella Roncal

Si sale in auto sino alle ultime case di Villa Dalegno, bella frazione del comune di Temù (seguire le frecce per l’albergo Eden) e appena sotto l'albergo si trova un piccolo parcheggio, un altro poco sopra, qualche metro dopo la cappella di Roncal (1405 m). Dalla santella s’imbocca la sterrata pianeggiante a destra, seguendo le frecce indicatrici del segnavia Cai 64. Si attraversano bei prati panoramici e boschetti misti di latifoglie e conifere, al primo bivio si continua con la strada pianeggiante a destra e con moderata pendenza si sale tagliando la boscosa
costa che protegge da nord Ponte di Legno. Ad un successivo bivio, a circa venti minuti dalla partenza, si prende la mulattiera sulla sinistra (sempre n° 64) e ora più faticosamente si sale nel bosco. Incrociata un’altra stradetta la si scende brevemente a destra, rimettendosi sulla mulattiera principale (che comunque è un’alternativa a questa scorciatoia, specie in discesa) e con quest'ultima si sale ora a sinistra (circa 45 minuti dalla partenza) passando alti sopra Zoanno prima e Precasaglio poi. Entrati in Val di Pezzo, il percorso assume un andamento nord-sud e
regala bellissimi scorci su Pezzo, Pirli, la Val di Viso e successivamente sulle Graole, Caione e i monti del Gavia, mentre verso sud fanno bella mostra le vette del gruppo dell’Adamello. Oltrepassato con la nuova strada agro-forestale il vallone di Coen – ormai nel Parco Nazionale dello Stelvio - con alcuni tornanti si sbuca in un rado lariceto. Con un ultimo tratto in salita si esce nella vasta conca ove si trova la ricostruenda Malga
Somalbosco (1954 metri, ore 2,15 /2,30). Si aggira l’edificio più a monte e verso destra si prende il piccolo sentiero che, andando a nord, s’inoltra nel bosco. Si continua con numerosi saliscendi, entrando e uscendo in diverse vallette nel rado lariceto. Superato il dosso di Somalbosco si perde un po’ di quota scendendo in un ampio vallone (Gas degli Spi) in vista della baita di Monticelli, in basso sull’opposto costone. Toccato il fondovalle s’incontra un torrentello - a volte in secco - quindi si risale un poco ripidamente il versante opposto, al confine con i pascoli sommitali popolati dai camosci. Raggiunta un’ampia spalla erbosa della rocciosa dorsale, la si supera e poco dopo, in piano, si arriva al primo bivio col sentiero che sale dalla Malga Monticelli (2280 metri ore 4,30/5,15). Trascurando il segnavia 64A che sale a sinistra verso i laghetti di Monticelli meridionali, si continua verso nord e, attraversata una conca ove spicca una cascatella, con alcuni saliscendi si sbuca sopra il bel laghetto basso di Monticelli, che si raggiunge in pochi minuti (2306 m - ore 5/5,45). Con largo panorama sul passo Gavia e i monti della vallata, si scende ora brevemente nel piacevole anfiteatro solcato dal Rio Monticelli e, trascurando sempre le varianti del 64A, si rimonta un breve faticoso sentiero che porta ai piedi della Punta di Monticelli. Ora il percorso, arditamente intagliato nello scosceso pascolo, prosegue quasi in piano, sempre verso nord. Il sentiero, marcato ma stretto, è a tratti decisamente esposto (meglio rinunciare se innevato o ghiacciato) pur se attrezzato con qualche pezzo di catena di sicurezza. Infine appare dinnanzi, in basso, la verde conca del Linge, con il rifugetto, e quindi le imponenti cime di Pietrarossa. Si scende nel ghiaione e si pone piede sull’umida prateria che circonda il bivacco (2289 m) che si raggiunge dopo circa 6/7 ore. Testo tratto da: Escursioni in Alta Valle Camonica di Diego Comensoli.