A nord di Vezza d'Oglio s'estende per ben dieci chilometri la Val Grande, la maggiore vallata del sottogruppo
del Serottini e certamente una delle più affascinanti da visitare di tutta la Valcamonica. Oltre all'incantevole
paesaggio, che in autunno si veste di colori indimenticabili, la valle è divenuta famosa come una delle più ricche
di fauna alpina tra quelle del Parco Nazionale dello Stelvio. L’Alta Via Camuna, o sentiero nº 2, ne costituisce
la spina dorsale: si snoda da Vezza d’Oglio sino al Passo di Pietra Rossa, per scendere poi al Gavia e al
Tonale. Nel primo tratto, qui descritto, si potrà scoprire gran parte degli affascinanti aspetti naturalistici della
vallata del Parco.
Segnaletica: segnavia Cai bianco e rosso n°2.
Difficoltà: escursionistico, lungo ma non impegnativo.
Dislivello: 840 m (da Tu).
Periodo consigliato: da giugno a fine ottobre.
Tempi: ore 2.45/3.15
Parcheggio: a Tu (o Grano o a Vezza)
Da Vezza si sale in auto alla soleggiata frazione di Tu (1200 m) dove ancora si trovano antiche case dalle
suggestive facciate e balconi in legno. Da qui si continua a piedi con una comoda e piacevole stradicciola che
entra, tra prati dalle colorite fioriture e fitti boschi, nel primo tratto della lunga valle. Proseguendo verso nord si
raggiunge, in circa tre quarti d’ora, il Ponte dell’Acqua Calda (1370 m) entrando nella zona protetta dal Parco
Nazionale dello Stelvio. Superato il ponte si continua fiancheggiando, con un tratto ora più ripido tra betulle e
noccioli, il tumultuoso torrente. Mantenendosi sulla comoda mulattiera di fondovalle, si passa accanto a un
agriturismo e a numerose cascine ristrutturate, circondate da splendidi lariceti e pingui prati che in giugno e
luglio si ricoprono delle spettacolari fioriture dei botton d’oro, dei crochi, delle primule, dei gerani selvatici,
delle viole e di molti altri. Si prosegue in moderata salita alternata a tratti pianeggianti e superate numerose altre
baite (e villette), si entra in un luminoso lariceto incontrando ben presto un ponticello che permette di riportarsi
sull’opposta riva del torrente. Ancora pochi minuti ed ecco stendersi dinanzi un vasto pianoro, dall’aspetto in
parte paludoso. Poco lontano, sulla destra si nota una piccola chiesa alpina, nota come “Cappella di Caret” (1726
m). Inoltrandosi nel bel pianoro si tocca quindi la Malga Val Grande (1785 m - ore 2,15/2.30), con una piccola
area da picnic. Qui potrà considerare concluso l’itinerario chi non vorrà percorrere il rimanente tratto, ma
dedicarsi all’esplorazione della zona alla ricerca degli animali selvatici. In estate cervi e caprioli brucano
frequentemente nei cespuglieti sovrastanti, ma è però l’autunno ad offrire le maggiori possibilità di ammirarli
quando si possono sentire gli impressionanti bramiti dei maschi in amore. Volendo proseguire si supera la malga
e, sempre seguendo i segni del n°2 su una stradina, si continua a risalire la valle senza difficoltà. L’ambiente si fa
gradualmente più severo e, scomparsi ormai anche i larici, sono i cespugli di ontano e del bellissimo rododendro
a ravvivare il sassoso pascolo, habitat ideale delle marmotte. Oltrepassato di nuovo il torrente si raggiunge il
Plaz de l’Asen (2040 m - ore 2.45/3.15) dove sorge un confortevole bivacco dedicato a Saverio Occhi, con una
trentina di posti letto e cucina (non gestito).
Nota: al Ponte dell’Acqua calda si può giungere anche, con percorso meno frequentato sull’altro lato vallivo,
salendo dalla frazione di Grano (1223 m - in auto da Vezza d'Oglio) o direttamente da Vezza d'Oglio sempre col
sv.2, che parte al centro del bivio tra le strade per Tu e Grano, nella parte più alta del paese, a fianco del torrente. Testo tratto da: Escursioni in Alta Valle Camonica di Diego Comensoli.